sanseveropuntoit, 21 febbraio 2025
IL CD-ROM
“SAN SEVERO 2000”
Il monastero della SS.Trinità di San Severo A tal uopo verso la metà del secolo XIV, forse nel 1375, fu costruita in San Severo una chiesa dedicata alla SS. Trinità ed ivi annesso un nuovo monastero, ove andarono a risiedere i monaci verso il principio del secolo successivo. Da quel momento il Priore di San Giovanni in Piano ebbe anche il titolo di Priore della SS. Trinità dì San Severo. La magnificenza e la sontuosità del monastero, almeno per quei tempi, è specchio della sua ricchezza e della sua potenza. Approfondimento Ne fa eco lo scritto di Antonio    Lucchino : «Il primo [monastero] è l’anzidetto della Santissima Trinità congregazione dei Padri Celestini, il quale per bellezza di Chiesa, di Tribuna, di Claustri, di Corsie, di Stanze, di Cortile e di ogni altra comodità, si può paragonare ad ogni altro di qualsivoglia gran città, ch'è ricco d’entrate avendo da duemila ducati l’anno. Tiene il suo organo ed il Campanile con tre campane d’accordo, e la maggiore è di cantaja otto. Il claustro è ornato di pergolate le cui viti producono l’uva tre volte l’anno, e vi è un bellissimo piede di merangoli. Sta situato nel più, bel luogo della città, in mezzo alla piazza a man destra; come si è detto. E’ una delle Badie della Congregazione». Nel 1614 papa Paolo    V concesse ai più importanti monasteri della Congregazione Celestina, ed anche a quello di San Severo, di governarsi a mezzo di un prelato con titolo di abate; da quel momento all’abate del monastero di San Severo fu lasciato il sol titolo della SS. Trinità, mentre l’appellativo più antico, e certamente più prestigioso, di San Giovanni in Piano fu accordato al Priore della casa generalizia di Santo Spirito in Sulmona. Il famigerato terremoto che il 30 luglio 1627 conquassò dalle fondamenta la città di San Severo, non risparmiò il nostro Monastero. Approfondimento Narra Antonio Lucchino che « del Monistero dei Celestini caddero tutti i dormitori, e quello del noviziato da fondamenti, e della Chiesa la Tribuna, che con la sua rovina fracassò l’organo che vi era dentro. Rovinò anche il Campanile, ma le campane rimasero intatte, eccetto che della maggiore si ruppero i manichi; e non vi morì, alcuno ». Passato il senso di attonito sgomento e stupore, che accompagnarono e seguirono quell’evento tanto funesto, per le popolazioni della Capitanata, il monastero cominciò ad essere ricostruito in tutto il suo pristino splendore. L’opera di ricostruzione fu lunga e fu portata a termine solo parecchi decenni dopo tanto è vero che un appassionato cronista sanseverese ci fa sapere che la chiesa « surse maestosa dalle sue rovine e riaperta al divin culto nei primi albori del secolo XVIII, per un (altro) secolo intero servita, uffiziata e gelosamente custodita da quei reverendi padri (Celestini)». ( Antonio Irmici , Notizie sull’origine e progresso della Venerabile Arciconfraternita del SS. Rosario in San Severo , 1905) E tanto si rileva altresì dell’epigrafe incisa sulla porta d’ingresso del tempio: D. 0. M. UNO TRINOQUE FLAMINI - IGNOTO AC NOTO NUMINI MONADIS ARDORI AC HUMINI - MONASTICA ACIES COELESTINA SOBOLES - BENEDICTINA PROGENIES BASILICAM STRUIT - SOLIUM FUNDAT - ERIGIT THRONUM ANNO A VIRGINE- PARIENTE - INVISIBILI APPARENTE AETERNO ORIENTE MDCCVII L’altare maggiore, giusta un'iscrizione apposta nel presbiterio, in corna epistolae, risulta essere stato consacrato il 13 giugno 1756 da don Saverio Palica, abate del real monastero celestino di San Bartolomeo in Lucera. L’alta stima e considerazione di cui godeva il monastero in quel periodo si evince ancora dalle relazioni intercorrenti tra i monaci ed i membri della casa feudataria di San Severo, i quali ultimi richiedevano il ministero sacro dei padri celestini della Trinità ogni volta se ne presentasse l’occasione Al principio del secolo XVIII la situazione dei beni del monastero era assai precaria; e la causa di ciò va senza dubbio attribuita alla scarsa vocazione dei monaci a svolgere le funzioni di padroni (quantunque in quei tempi gli sconfinamenti e le usurpazioni di territori altrui non destavano alcuna impressione).
IL MONASTERO DELLA SS.MA TRINITA’
I CONVENTI
Sequentia: Veni Sancte Spiritus Salve Festa Dies (The Benedictine Monks Of Clervaux)