sanseveropuntoit, 21 febbraio 2025
IL CD-ROM
“SAN SEVERO 2000”
Il monastero di San Giovanni in Piano Nell’anno 1400 in circa o per l'aere non salutevole o perché esposto ai latronacci, abbandonarono il Monastero, i Monaci, e n’edificarono un altro nella Città di San Severo allora Città Regia, e propriamente in mezzo alla Piazza, in luogo, dove eravi un’ospizio per comodo de' medesimi Religiosi di San Giovanni in Piano, dove vi era già una Chiesa dedicata alla SS.ma Trinità; laonde il Priore del Monastero di San Severo nominossi in avvenire Priore della SS.ma Trinità di San Severo, e di San Giovanni in Piano, come appare ne' Privilegi di Alfonso   d'Aragona , della Regina   Giovanna , e di Carlo    V    Imperadore, ed in altre autentiche scritture, che si conservano nell'Archivio del Monastero di San Severo, e di S. Spirito di Solmona. Durò questo titolo nel Priore del Monastero di San Severo sino all’anno 1614 quando dalla gloriosa memoria di Paolo   V Pontefice fu conceduto alla Congregazione Celestína, che si governassero i più principali Monasteri della medesima Congregazione non più da’ Priori, ma dagli Abati ed allora, rimanendo all’Abate del Monastero di San Severo solamente il titolo di Abate della SS.ma Trinità, prese quello di San Giovanni in Piano il Priore pro tempore di S. Spirito di Solmona con tuttociò il Monastero di San Severo rimase pacifico possessore di tutti i Privilegi, Feodi, e beni del Monastero di San Giovanni in Piano. ( Platea autentica di tutti li beni stabili, censi attivi, ecc, del regal Monistero della SS. Trinità dei PP. Celestini di San Severo 1737, Lesina, Archivio Comunale, /fol. 6r/) Certo è che i monaci furono chiamati in questa contrada da un pio e saggio Conte di Lesina: Petrone o Petronio che fondò il monastero, costruì la chiesa e donò ai benemeriti figli di San   Benedetto da Norcia il primo nucleo di territorio intorno al quale si dilatò nei secoli il vasto feudo abaziale. Dalle origini alla fine del XIII secolo i monaci di San Giovanni in Piano furono governati da un Abate. Dal 1280, anno in cui il monastero entrò a far parte della Congregazione dei Celestini, scomparso il titolo abaziale, ai monaci venne preposto un Priore. Il monastero, però, rimase uno dei più insigni di tutta, la congregazione ed il Pontefice Celestino   V lo enumera, in una bolla, secondo, dopo la casa generalizia di Santo Spirito di Sulmona. Dal Cartolario di Santo Spirito di Sulmona si evincono le vicende occorse al cenobio sino alla fine del XV secolo. E da questo apprendiamo che giammai i monaci desistettero dal sovvenire alle necessità delle popolazioni che si andavano riunendo sotto la loro protezione: dimezzando i canoni, riducendo le imposte, distribuendo grano ed altre vettovaglie ai bisognosi, rinunziando ai diritti feudali più gravosi, ivi compreso quello di angheria. Per contro furono i monaci ad essere perseguitati dai feudatari delle zone limitrofe e dai signorotti laici del luogo, turbolenti, arroganti, baldanzosi, anarchici ed assassini. Approfondimento Ce lo attesta la laconica ma significativa testimonianza che l’anonimo copista o redattore dell’ultima parte del Cartolario ha voluto lasciare a memoria dei posteri e ad obbrobrio della prava condotta di alcuni suoi contemporanei quando « lo nepote de lo episcopo de Luceria era signore de la Procina fece morire due monachi, videlicet fr. Gentilis et fr. Guillelmus » . L'accaduto viene registrato sotto l’anno 1330, ventiduesimo del regno di Roberto   d’Angiò , ma, probabilmente, anche in prosieguo altre bande armate di facinorosi molestarono i monaci. E, se a ciò vengono aggiunte le frequenti scorrerie dei turchi nelle contrade, è facile comprendere perché i monaci si risolvessero ad abbandonare i prischi edifici claustrali per ritirarsi a San Severo, «terra regia», e, perciò, luogo più sicuro.
IL MONASTERO DI SAN GIOVANNI IN PIANO
I CONVENTI