sanseveropuntoit, 21 febbraio 2025
IL CD-ROM
“SAN SEVERO 2000”
IL PAPA CELESTINO V CREDITI: a cura di N. Michele Campanozzi
Indice: L’Ordine dei Celestini Da Pietro da Morrone a Celestino V L’Ordine dei Celestini I Celestini, insieme all'Ordine dei Cistercensi, sono un ramo monastico nato dalla grande famiglia dei Benedettini. Il nome è tratto dal loro fondatore, il papa Celestino   V , ma all'inizio si chiamarono semplicemente Congregazione dei Frati di Pietro da Morrone, poi dei Fratelli Penitenti dello Spirito Santo e, infine, dei Celestini. La Regola dell'Ordine ebbe l'approvazione pontificia da Papa Gregorio   X verso il 1273 (o 1274?). Approfondimento Nei primi tempi i monasteri dei Celestini si diffusero fuori dai centri abitati per spostarsi, dopo il Concilio di Trento, all'interno dei nuclei urbani. Cosi è accaduto, per riferirci alle nostre zone. a Vieste, Lucera. Monte Sant'Angelo, Manfredonia e Foggia. A San Severo i Celestini provenivano da un vecchio monastero eretto nella masseria detta "S. Giovanni in Piano" (a 6 km a ovest di Apricena e a 1 km a sud verso Poggio Imperiale). Nella città di San Severo già possedevano la Chiesa della SS.ma Trinità, costruita verso il 1375, e un ospizio ivi annesso ubicato nella piazza centrale. Il nuovo monastero, oggi sede municipale, è andato incontro, nella storia, a varie traversie. Ampliato e ricostruito molte volle, specialmente dopo il terremoto del 30 luglio 1627, finì con l'essere confiscato da parte di Giuseppe   Bonaparte nel 1806 e, poi, da Gioacchino   Murat , il 28 aprile 1813. Nella parte. inferiore sinistra della facciala della Chiesa vi è ancora una statua del Santo Fondatore. Da Pietro da Morrone a Celestino V Celestino V, al secolo Pietro Angeleri, o Angelerio, era nato a lsernia intorno al 1215, penultimo di dodici figli di una famiglia di contadini. Nel 1231 entrò nell'Ordine dei Benedettini e qualche anno dopo fu ordinato sacerdote a Roma. La sua vocazione era, però, quella della pura contemplazione per cui chiese e ottenne il permesso di ritirarsi in un eremo alle pendici del Monte Morrone, sopra Sulmona, dove si ritirò a pregare in una grotta denominata “Santo Spirito”. All’ascesi unì, tuttavia, anche l'azione. Girò tutta l'Italia da Nord a Sud, compreso il nostro Gargano, assistendo ammalati e appestati e fondando ospizi un po' dovunque. La fama della sua santità, intanto, si diffondeva a macchia d'olio in quel tempo particolarmente turbolento percorso da lotte tra Guelfi e Ghibellini, da guerre tra Angioini e Aragonesi e da contese tra le varie famiglie romane per il papato. Nel 1292, morto Niccolò   IV , il Collegio Cardinalizio, composta da undici membri, diviso com'era da profondi contrasti fra gli Orsini e i Colonna, non riusciva a trovare un accordo sul nome del futuro papa. Il Conclave durò 27 mesi ed ebbe varie sedi per le riunioni: Santa Maria Maggiore (Roma), Santa Maria sopra Minerva (Roma) e Perugia. La pressione dei fedeli, ma anche quella dei potenti dell'epoca (come Carlo II   d'Angiò ), perché dal Conclave uscisse un papa fu enorme, finché si arrivò alla proposta avanzata il 5 luglio 1294 dal Cardinale Decano latino Malabranca, non senza l'appoggio, interessato, del Cardinale Benedetto Caetani, il futuro Bonifacio   VIII , di indicare come figura degna del papato l'anacoreta Pietro da Morrone, ormai quasi ottantenne. A questi la notizia venne comunicata non da rappresentanti del Conclave ma da tre Vescovi esterni al Collegio Cardinalizio e la nomina fu accolta con entusiasmo dai fedeli che vedevano, così, finalmente realizzarsi la profezia di Gioacchino   da   Fiore , ma con estrema riluttanza da parte dell'interessato che, alla fine, per il bene della Chiesa, accettò. Il 29 agosto scelse di essere consacrato Papa con il nome di Celestino V nella chiesa di Santa Maria di Collemagno (L'Aquila). Convinto da Carlo II d’Angiò , egli, inesperto di maneggi diplomatici, trasferì la sede della Curia a Napoli. Bastarono, però, pochi mesi per fargli capire che non era tagliato per il potere. Approfondimento Ignazio   Silone , nel dramma "L'avventura di un povero cristiano", gli fa dire: "Di chi potrò fidarmi nella Curia di Roma?", "L'ossessione del potere è, a tutti i livelli, una forma di pazzia" e "L'esercizio del potere è asservire". Del resto anche Gesù fu tentato da Satana in merito al potere, ma seppe rifiutarlo. E cosi Celestino V, dopo appena 107 giorni di pontificato, durante il Concistoro del 13 dicembre 1294, lesse la Bolla della sua abdicazione, preparata, peraltro, non senza furbizia, dal Cardinale Caetani, e si ritirò in monastero, cominciando anche a essere braccato dagli emissari di Bonifacio VIII , nel frattempo succedutogli, in quanto si temeva uno scisma. Fu catturato, infine, il 16 maggio 1295 da Guglielmo l’Estendard a Vieste, da dove stava salpando per un viaggio in Grecia, e, condotto prima a Capua, poi ad Anagni, fu, infine, rinchiuso in una squallida cella nella rocca di Fumone, in provincia di Frosinone, sorvegliato da 30 soldati, 6 cavalieri e assistito amorevolmente da tre frati del suo Ordine. Qui morì il 19 giugno 1296 e venne sepolto prima nel monastero di Sant’Antonio presso Ferentino e poi nella Chiesa di Santa Maria di Collemagno. Nel 1313 fu elevalo all'onore degli altari da papa Clemente V . Di lui si ricordano tre documenti, invitanti tutti alla preghiera, al perdono e alla solidarietà: la Congregatio Coelestinorum , la Bolla sulla Perdonanza, del 29 settembre 1294, e la Fraterna. Approfondimento Iacopone   da   Todi fu molto lucido nel mettere in guardia Celestino V appena eletto papa: “Che farai Piero da Morrone? /Sei venuto al paragone.,” Dante, per ragioni politiche e vicende personali, lo condannò, definendolo ingiustamente “l’ombra di colui / che fece per viltade il gran rifiuto” (Inf. III, 59-60). Petrarca lo difese dichiarandolo “spirito altissimo e libero”. Dal 22 al 28 agosto del 1998, c'è stato il solenne pellegrinaggio delle spoglie di San Celestino V in alcuni centri dell'Alto Tavoliere, tra i quali, Apricena, Sannicandro Garganico, Rodi Garganico. Vico del Gargano, Peschici, Vieste e San Severo, la cui sede municipale, dopo essere stata confiscata all’ordine, ancora oggi conserva il nome di “Palazzo Celestini”.
I CONVENTI