Il nuovo Ragioniere Capo Per l’ingresso in servizio, naturalmente fissato alle otto, era prevista per una consuetudine non scritta una tolleranza fino alle otto e quindici che noi utilizzavamo tutta intrattenendoci a chiacchierare davanti a quell’ingresso in attesa che l’orologio sovrastante del Municipio segnasse quel termine fatidico. Accadde che quella mattina, fermi in gruppo davanti alla porta di ingresso vedemmo il Ragioniere Capo sbucare dall’angolo destro del palazzo municipale e venire verso di noi, attraversando in diagonale la piazza, fino a fermarsi a qualche metro da noi. “Macchiarola! Entra in ufficio che è già tardi!” Il fatto che in quel gruppo di persone rivolgesse unicamente a me quel rimprovero metteva in evidenza la sua avversione nella consapevolezza che quell’atteggiamento negativo serviva a indurre i colleghi a emarginarmi dal contesto. Avrei potuto far presente che non ero il solo ancora fuori dall’ufficio ma sarebbe stato come nascondermi dietro un dito, avrebbe detto Tantoia, e non ero in ogni caso disposto a farmi scudo dietro i privilegiati amnistiati del medesimo rimprovero. “Non sono ancora le otto e un quarto” risposi. “L’entrata è alle otto e tu sei ancora fuori dall’ufficio!” “Ma c’è la tolleranza fino alle otto e quindici e sono ancora le otto e dieci” gli risposi indicando l’orologio del Municipio. “E, invece, sono già le otto e quindici passate e tu sei ancora fuori! “Io non ho l’orologio” gli risposi “per cui mi attengo all’orologio…” “Quello va male perché sono…” col gesto di alzarsi la manica per controllare il suo orologio da polso. “Ma io devo fidarmi dell’orologio del Comune” lo interruppi e subito aggiunsi: “E poi può darsi che il vostro orologio non funzioni…” “Non funzioni?!” offeso soltanto dal sospetto che il suo non fosse un orologio di valore. “”Questo è un orologio costoso! Un orologio da 21 rubini…” “… o che non l’avete rimesso….” “E, invece, l’ho controllato proprio questa mattina, con il segnale orario della radio!” “E che ore fate adesso?” “Ora sono…” e si alzò di nuovo la manica sul polso per guardare il suo orologio. “Sono le otto e ventitre” disse col tono trionfante di chi ha vinto la partita. “Che ore? Che ore avete detto?” Se lo guardò di nuovo e, a onore della sua precisione, disse: “E ora sono le ventitre e….” e fece la pausa giusta per fare cifra tonda “…e ora…. le otto e ventiquattro! Ed io fui pronto e con le braccia aperte nel gesto della meraviglia, lo sgridai: “E voi? a quest’ora ve ne venite in ufficio?!” Per cui, attraversando le risa trattenute dei colleghi, il Ragioniere Capo andò ad infilarsi nel suo ufficio per scrivermi, bontà sua, un ennesimo rapporto. Fine capitolo terzo
Capitolo Terzo IL NUOVO RAGIONIERE CAPO
La musica del sito sanseveropuntoit 12 maggio 2022
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