La «pesantezza» assunta con gli ultimi due aggiornamenti del fuorisacco riguardante la vicenda di mobbing anagrafico di cui sono stato vittima negli scorsi ultimi quattro anni, mi ha costretto a riportare il testo della lettera inviata alla signora Fanelli e, per la opportuna conoscenza, al nuovo sindaco e al nuovo assessore alla legalità del Comune di San Severo, solo sotto forma di allegato in calce all’ultima pagina del precedente fuorisacco in cui davo conto della TRAGI-COMMEDIA CON FINALE IN FARSA. Poiché qualcuno considera gli allegati solo degli ammenicoli o degli accessori di cui può saltarsi la lettura e poiché tre miei post sono stati bannati da «San Severo PUBBLICA» ( https://www.facebook.com/groups/290259927792771/ ) nei quali, in formato grafico, si riportavano l’incipit e la conclusione di tale lettera, reputo opportuno riportarla se non nella sua interezza (rinvenibile, comunque, alle pagine del sito h t t p s : / / w w w . s a n s e v e r o . i t / f u o r i s a c c o 0 4 / s e n z a f i s s a d i m o r a 1 6 . h t m ) quanto meno nei suoi brani più significativi. Prima di riportare il primo paragrafo di tale missiva, è il caso che precisi l’affermazione « sbagliando indirizzo » premesso al rinvio all’allegato che ne dava conto. Intendevo, con tale virgolettato, rimarcare il mio errore ad averne fatto come prima intestataria la delegata d’anagrafe o, miglio, la succubente e soccombente interlocutrice che si è imposta il ruolo di volenterosa ostacolatrice della legittimità della mia comunicazione e della corretta applicazione delle leggi anagrafiche. Avrei dovuto, invece e piuttosto, farne destinataria il nuovo sindaco proprio in virtù del lascito ricevuto dal suo famigerato predecessore e per averne ereditato, ed assunto, il ruolo di Ufficiale di Anagrafe e di Governo. Ma ogni cosa a suo tempo! Primo paragrafo della mia missiva:

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