Capitolo NONO
L’UFFICIO CHE NON C’ERA
Parte quarta
IL CD-ROM SAN SEVERO 2000
PALAZZO RISPOLI
S
SCHEDA
PALAZZO RISPOLI
L’edificio
sorge
in
pieno
centro
urbano,
in
Via
Soccorso,
già
via
di
Porta
Foggia,
una
delle
strade
del
nucleo
più
antico
della
città,
ancora
oggi
una
strada
importante
del
centro,
anche
come
percorso
religioso
tra
la
Chiesa
Cattedrale
e
la
Chiesa
di
San
Agostino,
Santuario
della
Madonna
del
Soccorso,
che
ospita
la
patrona della città.
Certamente
la
stretta
vicinanza
della
chiesa
di
San
Agostino
ha
influito
sulle
scelte
decorative
nella
facciata principale ed in parte nel prospetto laterale.
E’
evidente,
infatti,
che
la
Chiesa
di
San
Agostino
segna,
ancor
oggi,
un
importante
punto
di
vista
del
palazzo
che
si
coglie
dall’ingresso
della
Chiesa
nel
suo
aspetto globale.
Sopra
il
portale
di
ingresso
al
palazzo
è
infissa
una
lastra
litica
a
profilo
lineare,
sulla
quale
è
inciso
il
cognome
della
famiglia
e
la
data
in
cui
probabilmente
si
concluse
la
costruzione
dell’edificio
gentilizio
“Rispoli
–
A.D.
1781”.
Un’altra
lapide
in
marmo,
recentemente
posta
sulla
lesena
nel
lato
destro
del
portale
di
ingresso,
ricorda
che
l’edificio
diede
i
natali
all’illustre
geologo
e
paleontologo
Giuseppe Checchia-Rispoli
nell’anno 1877.
ALCUNE IMMAGINI
A CORREDO DELL’ARTICOLO SUL
PALAZZO RISPOLI
La famiglia Rispoli ha commissionato il palazzo nel 1781.
Confronto
La
scansione
della
facciata
in
lesene
,
decorate
in
modo
semplice,
richiama
un
motivo
presente
nelle
pareti
che
circondano
l’ampio
chiostro
del
convento
dei
Padri
Conventuali
(ora
Orfanotrofio),
e
nella
facciata
del
Palazzo
Ricciardelli
(nel ‘700 di proprietà della famiglia del Sordo), in Via Soccorso.
Il
timpano
mistilineo
spezzato
ospita
al
centro
la
conchiglia
come
in
alcuni
palazzi
della
città
di
Foggia,
per
esempio
nei
palazzi
Pepe
e
Buongiorno,
ed
anche
in
edifici
di
San
Severo,
per
esempio
nel
palazzo
di
Don
Carlo
del
Sordo
in
Via
Umberto
Fraccacreta
dove,
però,
la
decorazione
appare
più
spontanea.
Invece
nel
palazzo
Rispoli
l’intero
fastigio
della
finestra,
sia
pure
elegante,
è
più sobrio e contenuto.
I
due
portali
,
quello
d’ingresso
e
quello
murato,
sono
simili
al
portale
d’ingresso
dell’ex
palazzo
vescovile
in
Via
Roma,
oggi
abitazione
privata
della
famiglia
d’Amico,
con
le
basi
dell’
arco
a
bugne
prismatiche
e
le
piccole
volute
che,
circondando
l’
arco
,
lo
rendono
partecipe
di
un
dinamismo,
marcato
anche dalla presenza di un ricco stemma decorativo al suo centro.
Alcuni
particolari
denunciano
la
fase
tarda
di
costruzione.
Qui,
infatti,
scompaiono
i
grossi
portali
,
i
veroni
a
forma
panciuta
ingombranti,
le
pareti
arricchite
di
specchiature
decorative
presenti,
ad
esempio,
nel
palazzo
de
Ambrosio Giuliani.
Tutto,
insomma,
qui
diventa
più
funzionale,
tutto
è
a
misura
d’uomo
e
le
decorazioni esistenti rivelano maggior compattezza ed eleganza.
L’edificio
è
stato
completamente
ristrutturato
qualche
anno
fa,
per
ospitare
uffici
ed
abitazioni
civili
per
cui
non
è
consentito
avanzare
nessuna
ipotesi
sull’interno e sul cortile.
VICENDE COSTRUTTIVE. NOTIZIE STORICO-CRITICHE