Capitolo NONO L’UFFICIO CHE NON C’ERA Parte quarta IL CD-ROM SAN SEVERO 2000
La musica del sito sanseveropuntoit, 5 luglio 2023
PALAZZO GIULIANI
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SCHEDA PALAZZO GIULIANI, già de Ambrosio L’edificio che sporge su Via Raffaele Recca con un portale in pietra ad arco a tutto sesto e stemma decorativo al centro, era originariamente di proprietà della famiglia de Ambrosio, proprietari terrieri e mercanti di grano, come significativamente lascia intendere lo stemma, impresso sotto la volta dell’ingresso originario del palazzo, che rappresenta spighe di grano osservate da due leoni rampanti ai lati di una colonna e da una mezza luna. Le sue ricche e signorili decorazioni sono visibili sin dall’attuale piazza della Repubblica, da sempre centro della vita civile della città. La strada cui si affaccia il prospetto principale, cioè l’ex Via Mercantile, era una strada molto importante perché, da un lato conduceva a porta Castello dove, fuori le mura, vi erano le fosse del grano, e, dall’altro lato, porta, invece, alla piazza principale del paese dove sorge la Chiesa della SS.Trinità con l’annesso Convento dei padri Celestini. Il palazzo è, forse, il risultato di un intervento di restauro di fine Settecento su una costruzione anteriore al terremoto del 1627.
ALCUNE IMMAGINI A CORREDO DELL’ARTICOLO SUL PALAZZO GIULIANI
L’edificio, a differenza di altre costruzioni dell’epoca, si presenta di altezza più ridotta e con i veroni posti al di sotto della cornice marcapiano che, invece, è a livello dei davanzali delle finestre. Confronto Le ricche decorazioni presenti sulle due pareti esterne, sulle volte delle scale e nelle sale interne, trovano accordanza nel tipo di decorazione parietale che ricopre il palazzo abbaziale di Loreto ad Avellino di Domenico   Antonio   Vaccaro , della prima metà del ‘700, ed a Napoli nel palazzo Fernandes decorato anch’esso riccamente. L’omogeneo colore chiaro, che ricopre sia le pareti che le varie ornamentazioni, crea una vibrazione sottile tra vuoti e pieni provocando così, specialmente all’esterno, una sensazione dinamica e insieme cristallina della parete che, anche se piatta, con la messa in scena delle decorazioni partecipa al dinamismo della piazza antistante. Approfondimento I due veroni che costeggiano l’angolo formavano un solo balcone che si affacciava sulle due strade abbracciando l’angolo ma, per motivi tecnici (il peso della balaustra in pietra aveva reso pericolante questo lato del palazzo), la mensola fu tagliata e furono creati i due veroni. Il secondo piano è un’aggiunta posteriore della costruzione del palazzo. L’edificio originariamente era di proprietà della famiglia de Ambrosio. Questo ramo, ora estinto, era rappresentato da proprietari terrieri, come significativamente lascia intendere lo stemma impresso sotto la volta dell’ingresso originario del palazzo che rappresenta spighe di grano osservate da due leoni rampanti ai lati di una colonna e da una mezza luna. I de Ambrosio mercanteggiavano in grano, di cui erano diretti produttori, e l’esigenza, tipica del mercante e possidente, di esternare la ricchezza sembra essere alla base di questo loro palazzo al centro della città. Le sue ricche e signorili decorazioni sono visibili sin dall’attuale piazza della Repubblica dove si trova la Chiesa della SS.Trinità dei Padri Celestini, da sempre centro della vita civile della città. Il palazzo potrebbe essere il risultato di un intervento di restauro di fine settecento operato su di una costruzione di epoca anteriore al terremoto del 1627. Approfondimento L’aspetto del nucleo più antico è riconoscibile sulla facciata in vico Tribunali e, escludendo i rivestimenti posteriori, anche negli elementi delle facciate principali quali le finestre rettangolari e semplicemente profilate. Una aggiunta della fine del ‘700 deve essere anche il balconcino al primo piano che sull’atrio, con il timpano    triangolare ondulato identico a quelli che sovrastano alcune finestre settecentesche dell’ex Orfanotrofio di San Severo, già convento dei Francescani. L’ipotesi di un restauro tardo del palazzo sarebbe avvalorata dal matrimonio tra Giovanni de Ambrosio e donna Colomba Galiani, di Raimondo e Maria Teresa del Bianco di Foggia, avvenuto l’8.3.1802. Com’è noto, un matrimonio prestigioso è spesso una occasione per il rinnovo della dimora del nobile. Il palazzo si affaccia su Via Recca, già Via Mercantile, e su Via Colonna, chiamata così perché è il luogo dove era eretta la colonna che serviva per la punizione dei malfattori. Il retro del palazzo su vico Tribunali dove, appunto, sorgeva il Tribunale prima della soppressione avvenuta per la traslazione dei servizi giudiziari da San Severo a Lucera nel 1583.
VICENDE COSTRUTTIVE. NOTIZIE STORICO-CRITICHE
(foto Pisante) (foto Tota) (foto Pisante) (foto Pisante)