Capitolo NONO
L’UFFICIO CHE NON C’ERA
Parte quarta
IL CD-ROM SAN SEVERO 2000
PALAZZO GIULIANI
S
SCHEDA
PALAZZO
GIULIANI,
già
de
Ambrosio
L’edificio
che
sporge
su
Via
Raffaele
Recca
con
un
portale
in
pietra
ad
arco
a
tutto
sesto
e
stemma
decorativo
al
centro,
era
originariamente
di
proprietà
della
famiglia
de
Ambrosio,
proprietari
terrieri
e
mercanti
di
grano,
come
significativamente
lascia
intendere
lo
stemma,
impresso
sotto
la
volta
dell’ingresso
originario
del
palazzo,
che
rappresenta
spighe
di
grano
osservate
da due leoni rampanti ai lati di una colonna e da una mezza luna.
Le
sue
ricche
e
signorili
decorazioni
sono
visibili
sin
dall’attuale
piazza
della
Repubblica, da sempre centro della vita civile della città.
La
strada
cui
si
affaccia
il
prospetto
principale,
cioè
l’ex
Via
Mercantile,
era
una
strada
molto
importante
perché,
da
un
lato
conduceva
a
porta
Castello
dove,
fuori
le
mura,
vi
erano
le
fosse
del
grano,
e,
dall’altro
lato,
porta,
invece,
alla
piazza
principale
del
paese
dove
sorge
la
Chiesa
della
SS.Trinità
con
l’annesso Convento dei padri Celestini.
Il
palazzo
è,
forse,
il
risultato
di
un
intervento
di
restauro
di
fine
Settecento
su
una costruzione anteriore al terremoto del 1627.
ALCUNE IMMAGINI
A CORREDO DELL’ARTICOLO SUL
PALAZZO GIULIANI
L’edificio,
a
differenza
di
altre
costruzioni
dell’epoca,
si
presenta
di
altezza
più
ridotta
e
con
i
veroni
posti
al
di
sotto
della
cornice
marcapiano
che,
invece,
è
a
livello dei davanzali delle finestre.
Confronto
Le
ricche
decorazioni
presenti
sulle
due
pareti
esterne,
sulle
volte
delle
scale
e
nelle
sale
interne,
trovano
accordanza
nel
tipo
di
decorazione
parietale
che
ricopre
il
palazzo
abbaziale
di
Loreto
ad
Avellino
di
Domenico
Antonio
Vaccaro
,
della
prima
metà
del
‘700,
ed
a
Napoli
nel
palazzo
Fernandes
decorato
anch’esso
riccamente.
L’omogeneo
colore
chiaro,
che
ricopre
sia
le
pareti
che
le
varie
ornamentazioni,
crea
una
vibrazione
sottile
tra
vuoti
e
pieni
provocando
così,
specialmente
all’esterno,
una
sensazione
dinamica
e
insieme
cristallina
della
parete
che,
anche
se
piatta,
con
la
messa
in
scena
delle
decorazioni
partecipa
al
dinamismo
della
piazza antistante.
Approfondimento
I
due
veroni
che
costeggiano
l’angolo
formavano
un
solo
balcone
che
si
affacciava
sulle
due
strade
abbracciando
l’angolo
ma,
per
motivi
tecnici
(il
peso
della
balaustra
in
pietra
aveva
reso
pericolante
questo
lato
del
palazzo),
la
mensola
fu tagliata e furono creati i due veroni.
Il secondo piano è un’aggiunta posteriore della costruzione del palazzo.
L’edificio
originariamente
era
di
proprietà
della
famiglia
de
Ambrosio.
Questo
ramo,
ora
estinto,
era
rappresentato
da
proprietari
terrieri,
come
significativamente
lascia
intendere
lo
stemma
impresso
sotto
la
volta
dell’ingresso
originario
del
palazzo
che
rappresenta
spighe
di
grano
osservate
da
due leoni rampanti ai lati di una colonna e da una mezza luna.
I
de
Ambrosio
mercanteggiavano
in
grano,
di
cui
erano
diretti
produttori,
e
l’esigenza,
tipica
del
mercante
e
possidente,
di
esternare
la
ricchezza
sembra
essere alla base di questo loro palazzo al centro della città.
Le
sue
ricche
e
signorili
decorazioni
sono
visibili
sin
dall’attuale
piazza
della
Repubblica
dove
si
trova
la
Chiesa
della
SS.Trinità
dei
Padri
Celestini,
da
sempre
centro della vita civile della città.
Il
palazzo
potrebbe
essere
il
risultato
di
un
intervento
di
restauro
di
fine
settecento operato su di una costruzione di epoca anteriore al terremoto del 1627.
Approfondimento
L’aspetto
del
nucleo
più
antico
è
riconoscibile
sulla
facciata
in
vico
Tribunali
e,
escludendo
i
rivestimenti
posteriori,
anche
negli
elementi
delle
facciate
principali
quali le finestre rettangolari e semplicemente profilate.
Una
aggiunta
della
fine
del
‘700
deve
essere
anche
il
balconcino
al
primo
piano
che
dà
sull’atrio,
con
il
timpano
triangolare
ondulato
identico
a
quelli
che
sovrastano
alcune
finestre
settecentesche
dell’ex
Orfanotrofio
di
San
Severo,
già
convento dei Francescani.
L’ipotesi
di
un
restauro
tardo
del
palazzo
sarebbe
avvalorata
dal
matrimonio
tra
Giovanni
de
Ambrosio
e
donna
Colomba
Galiani,
di
Raimondo
e
Maria
Teresa
del
Bianco
di
Foggia,
avvenuto
l’8.3.1802.
Com’è
noto,
un
matrimonio
prestigioso
è
spesso una occasione per il rinnovo della dimora del nobile.
Il
palazzo
si
affaccia
su
Via
Recca,
già
Via
Mercantile,
e
su
Via
Colonna,
chiamata
così
perché
è
il
luogo
dove
era
eretta
la
colonna
che
serviva
per
la
punizione dei malfattori.
Il
retro
del
palazzo
dà
su
vico
Tribunali
dove,
appunto,
sorgeva
il
Tribunale
prima
della
soppressione
avvenuta
per
la
traslazione
dei
servizi
giudiziari
da
San
Severo a Lucera nel 1583.
VICENDE COSTRUTTIVE. NOTIZIE STORICO-CRITICHE