Capitolo NONO L’UFFICIO CHE NON C’ERA Parte quarta IL CD-ROM SAN SEVERO 2000
La musica del sito sanseveropuntoit, 5 luglio 2023
PALAZZO LOPS
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SCHEDA PALAZZO LOPS, già Marano poi Chirò Costruito verso la fine del '700 dai Marano, nel 1836 risulta di proprietà del farmacista Giacinto Marano quindi, dal 1890, ereditato dai Chirò. Il portale d'ingresso è sormontato da uno stemma raffigurante un papiro con una conchiglia al centro. All'interno, completamente ristrutturato, risulta invariato l'ingresso con volta a crociera lunettata ad angoli sfalsati. Il fabbricato, se si eccettuano le ultime due aperture col portoncino in Via Lucchino, appartiene ad un unico momento costruttivo, come si nota dalla continuità verticale delle pareti e delle lesene, dall’assoluta simmetria e accordanza delle aperture del piano terreno con il piano superiore nelle due facciate principali, dalla scorrevolezza degli spigoli privi dell’angolo presente in tanti altri palazzi dell’epoca. Con la sua posizione su una delle principali strade del nucleo antico della città, il palazzo si inserisce nel largo di San Nicola, stabilendo un rapporto armonico con l’importante edificio chiesastico per cui, non a caso, la decorazione è estesa su tutti i lati.
ALCUNE IMMAGINI A CORREDO DELL’ARTICOLO SUL PALAZZO LOPS
Il fabbricato, se si eccettuano le ultime due aperture col portoncino in Via Lucchino, appartiene ad un unico momento costruttivo, come si nota dalla continuità verticale delle pareti e delle lesene , dall’assoluta simmetria e accordanza delle aperture del piano terreno con il piano superiore nelle due facciate principali, dalla scorrevolezza degli spigoli privi dell’angolo presente in tanti altri palazzi dell’epoca. Confronto Le lesene addossate ai lati dell’edificio trovano analogia nei quattro angoli del campanile di San Lorenzo; anche i due coronamenti delle finestre che sporgono sul piccolo largo San Nicola, ripetono il motivo tipico dei timpani mistilinei delle finestre all’interno del chiostro dell’ex convento di San Lorenzo, e dell’ex convento dei Padri Conventuali di San Francesco (oggi Orfanotrofio). Dai libri   dello   stato   delle   anime della Parrocchia di San Nicola pervenuti, che vanno dal 1836 al 1924 (in quanto quelli del XVIII sono andati perduti) si apprende che il proprietario del palazzo era il farmacista don Giacinto Marano, decurione dal 1836 al 1840. Approfondimento Per quanto riguarda la data di costruzione del palazzo, si può appurare dall’Irmici (nella sua “Storia della Parrocchia di San Nicola”) che il clero di San Nicola, volendo proseguire gli intrapresi restauri della chiesa, caduta in rovina per il terremoto del 1627, e possedendo nel piazzale formante l’atrio della Chiesa “un diruto forno che per manco di mezzi non poteva fabbricare”, con permesso della Santa Sede del 1767, lo alienò nel 1768 con altro pezzo di suolo adiacente per ducati 180 a Giuseppe Antonio Marano. Nello stesso anno Giuseppe Antonio Marano, prendendo a prestito un capitale da Matteo e Giovanni del Sordo, impegnò, oltre un terreno, anche un fabbricato in Parrocchia di San Nicola costituito da “due membri inferiori e due membri superiori”, come risulta dal manoscritto in cui sono notati “Li acquisti e le distrazioni e le divisioni delli figli ed eredi di Giovanni del Sordo e loro comune zio Reverendo don Francesco del Sordo”. Si può desumere, quindi, che i Marano possedessero già delle proprietà immobiliari in Parrocchia di San Nicola e che, avendo Giuseppe Antonio Marano acquistato nel 1768 anche il forno “diruto” ed il suolo adiacente ubicato dove oggi è l’attuale palazzo, costruirono l’edificio verso la fine del ‘700. E’ probabile che la casa preesistente di proprietà dei Marano fosse attigua al forno e quindi anch’essa venisse inglobata nel nuovo palazzo. Si potrebbe avanzare l’ipotesi che “i due membri inferiori e i due membri superiori” erano in Via Lucchino e precisamente dove è oggi il portoncino di servizio. Si può affermare ciò anche perché l’ala del palazzo su questo lato sorge su un piano sotterraneo adibito a cantina, non esistente nel resto del fabbricato. Nel 1890 risulta affittato e di proprietà Chirò, eredi della famiglia Marano. Il palazzo presenta, nella architettura e nella decorazione, i tipici caratteri degli edifici settecenteschi con un portale di ingresso non grande, ma nemmeno piccolo, con una entrata priva di atrio, come invece non avviene nella maggior parte dei palazzi settecenteschi locali, ma graziosa ed accogliente sia per gli aspetti morfologici che per la delicatezza delle mensole modanate . L’edificio denuncia comunque interventi e restauri ottocenteschi come i piani in pietra e le ringhiere lineari dei balconi.
VICENDE COSTRUTTIVE. NOTIZIE STORICO-CRITICHE
(foto Pisante)
(foto Pisante) (foto Tota)