Capitolo NONO
L’UFFICIO CHE NON C’ERA
Parte quarta
IL CD-ROM SAN SEVERO 2000
PALAZZO GERVASIO
S
SCHEDA
PALAZZO GERVASIO, già de Ambrosio
Di
proprietà,
nel
1758,
di
Gaetano
de
Ambrosio.
Costruito
"extra
moenia",
nella
nuova
zona
residenziale
ancora
in
fase
di
sviluppo,
si
affaccia
sulla
antica
porta
Mercato,
oggi
Piazza A.Moro.
Presenta
un
elegante
portale
ad
arco
mistilineo,
con
stemma
al
centro,
con
fregi
floreali
e
vegetali
scolpiti
a
bassorilievo
anche sugli stipiti.
Nel
1758
risulta
una
sola
“casa
propria
palazziata”
di
proprietà
del
Magnificus
don
Gaetano
de
Ambrosio;
poi,
verso
la
fine
del
Settecento,
compare
nei
libri
dello
stato
delle
anime
anche
l’altra
casa
propria
palazziata
di
proprietà
di
don
Giovanni
de
Ambrosio
del
fu
Antonio,
abitata
negli
anni
successivi
dalla
vedova
di
don
Vincenzo
de
Ambrosio,
Donna
Raffaella
Basso
con
i
figli,
e
così
negli
anni
sino
all’acquisto
da
parte
della
famiglia Gervasio nella prima metà del Novecento.
Pur
essendo
munito
di
particolari
pienamente
settecenteschi,
la
messa
in
scena
del
palazzo
è
più
tarda
e
presenta,
con
la
sua
politezza
architettonica,
una
fase
più
avanzata
rispetto
al
primo
Settecento,
mentre
il
secondo
palazzo
con
i
mezzanini
è
sicuramente
della
prima
metà
del
‘700
e
sulle
sue
pareti
si
nota
la
veracità e la spontaneità dell’arte napoletana di quel secolo.
ALCUNE IMMAGINI
A CORREDO DELL’ARTICOLO SUL
PALAZZO GERVASIO
I
due
palazzi
sino
a
qualche
anno
fa
erano
di
proprietà
di
un’unica
famiglia,
i
Gervasio, poi una parte è stata alienata ad un’altra famiglia.
Da
quel
che
si
legge
dal
primo
libro
dello
stato
delle
anime
rinvenuto
e
datato
13
marzo
1758
della
Parrocchia
di
San
Severino,
esisteva
allora
solo
la
“casa
propria
palazziata”
con
civico
64
abitata
dal
magnificus
Gaetano
de
Ambrosio
con
la
moglie
Antonia
Patavino
e
i
figli
e,
“in
un
altro
quarto
della
medesima”,
il Magnificus don Pasquale Patavino con la moglie Beatrice Zannotti ed i figli.
Osservando
lo
stemma
infisso
sul
portale
si
potrebbe
avanzare
l’ipotesi
che
la
famiglia
de
Ambrosio,
ormai
estinta,
fosse
possidente
di
terre
e,
come
tutte
le
famiglie di un certo ceto, impegnata pure nel governo della città.
Nei
secoli
Seicento
e
Settecento
la
famiglia
de
Ambrosio
era,
comunque,
principalmente
possidente
di
terre
(in
particolar
modo
si
interessava
alla
produzione
dei
cereali),
come
risulta
pure
dalla
lettura
dello
stemma
posto
sul
portale
di ingresso con civico 58.
Viene
da
chiedersi
come
mai
l’edificio
con
civico
64,
definito
nel
1758
“casa
propria
palazziata”,
e
l’altro
con
civico
58,
costruito
verso
la
fine
del
’700,
si
trovino
ubicati
“extra
moenia”
della
città
quando,
invece,
le
altre
nobili
e
ricche
famiglie
sanseveresi
sceglievano
per
le
loro
residenze
siti
all’interno
della
città,
nei pressi di prestigiose aree.
In
realtà
la
scelta
dei
De
Ambrosio
punta
sulla
porta
Mercato,
che
incornicia
parte
della
loro
dimora,
visibile
dall’importante
piazza.
I
due
palazzi,
probabilmente,
sono
stati
l’inizio
di
una
nuova
zona
residenziale
sviluppatasi
poi nell’800.
Si
può
desumere
che
non
per
caso,
quando
nel
1812
furono
dati
i
nomi
alle
strade
della
città,
la
lunga
via
su
cui
si
affaccia
il
retro
dei
due
palazzi
è
stata
chiamata “Borgonuovo”.
Confronto
L’edificio
con
civico
64
presenta
il
portale
di
ingresso
ad
arco
mistilineo
lobato,
evidente
anche
nei
diversi
portali
del
palazzo
Cavaliere
ed
in
alcuni
finestroni
sul
retro
dell’ex-Monastero
delle
Benedettine.
La
sua
forma
caratteristica,
insieme
ai
delicati
fregi
scolpiti
sulla
sua
pietra,
si
nota
dalla
piazza del Mercato, oggi Piazza Aldo Moro.
Di
fronte
all’ingresso
dell’edificio
con
civico
64,
doveva
esserci
una
delle
due
porte
minori
da
cui
si
accedeva
in
città
e
cioè
la
porta
Mercato
e
dalla
quale
si
doveva
notare
il
signorile
portale
di
ingresso
ed
anche
la
sua
facciata
divisa
in spazi ed aperture simmetriche.
Confronto
Le
lesene
,
che
scandiscono
le
pareti,
in
spazi
uguali
nei
due
palazzi,
sono
presenti
in
molti
altri
edifici
della
città,
come
nella
“casa
palazziata”
de
Lucretiis
e
nel
palazzo
di
Matteo
Fraccacreta
,
rappresentando
una
maniera
tutta settecentesca di dividere la parete e, nello stesso tempo, di decorarla.
I
due
edifici
addossati
l’uno
all’altro
sembrano
formare
un
unico
blocco
anche
perché
da
tempo
e
sino
a
qualche
anno
fa
erano
di
proprietà
di
una
sola
famiglia,
i
Gervasio.
In
realtà
invece
essi
presentano,
come
abbiamo
già
detto,
caratteristiche diverse l’uno dall’altro.
Con
chiarezza
si
nota
che
il
palazzo
dall’elegante
portale
è
differente,
sia
nei
vuoti
che
nei
pieni,
dall’altro
edificio
costruito
verso
la
fine
del
Settecento
e
presenta, in più, il piano degli ammezzati.
Pur
essendo
munito
di
particolari
pienamente
settecenteschi,
la
messa
in
scena
del
palazzo
è
più
tarda
e
presenta,
con
la
sua
politezza
architettonica,
una
fase
più
avanzata
rispetto
al
primo
Settecento,
mentre
il
secondo
palazzo
con
i
mezzanini
è
sicuramente
della
prima
metà
del
‘700,
come
appunto
attesta
il
libro
dello
stato
delle
anime
,
e
sulle
sue
pareti
si
nota
la
veracità
e
la
spontaneità dell’arte napoletana settecentesca.
VICENDE COSTRUTTIVE. NOTIZIE STORICO-CRITICHE