Capitolo NONO L’UFFICIO CHE NON C’ERA Parte quarta IL CD-ROM SAN SEVERO 2000
La musica del sito sanseveropuntoit, 5 luglio 2023
Chiesa dei Padri Celestini
SCHEDA Detta dei Celestini dagli omonimi Padri che verso il Quattrocento vi si trasferirono da San Giovanni in Piano (a quattro chilometri da Apricena) costruendovi un nuovo e molto più vasto Monastero che, insieme alla chiesa, venne danneggiato gravemente dal terremoto del 1627. I due complessi vennero ricostruiti tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento. Nel 1806 il monastero venne soppresso e i fabbricati ceduti al Comune nel 1813, ora adibiti a Palazzo Comunale, mentre la chiesa rimase aperta al culto. La facciata della chiesa è in stile barocco, decorata dalle statue di San Benedetto da Norcia e di San Pietro Celestino, nell'ordine inferiore, e di Santa Monica e di Santa Scolastica nell'ordine superiore, opere realizzate intorno al 1718 dallo scultore di San Severo Vito Antonio Petruccelli. Il campanile, a forma di ventaglio e dotato di tre campane, è datato tra il 1719 e il 1720. All'interno è conservato un bellissimo organo del Settecento sotto il cui palco è racchiuso un piccolo mausoleo con le spoglie dell'abate Giuseppe Maria Turco, che promosse la ricostruzione dell'antica chiesa.
ALCUNE DELLE IMMAGINI A CORREDO DELL’ARTICOLO SULLA CHIESA DEI PADRI CELESTINI
LA STORIA
Questa chiesa doveva già esistere nel sec. XIV e fu detta dei Celestini dagli omonimi Padri che vi si traferirono nel sec. XV. Approfondimento Sappiamo che «Nell’anno 1400 in circa o per l’aere più salutevole, o perché esposto a’ latroni, abbandonarono il Monastero (cioè il monastero dei Celestini di San Giovanni in Piano, sito 4 Km ad ovest di Apricena.) li monaci, e n’edificarono un altro nella città di Sansevero allora Città Regia, e propriamente in mezzo alla Piazza, in luogo, dove eravi un ospizio per comodo de’ medesimi Religiosi di S. Giovanni in Piano, dove vi era già una chiesa dedicata alla SS. Trinità di Sansevero; laonde il Priore del Monastero di Sansevero nominossi in avvenire Priore della SS. Trinità di Sansevero e di S. Giovanni in Piano». Nel 1614, il priore, in virtù di una bolla di papa Paolo V , fu elevato alla dignità di abate, che ebbe solo il titolo della SS. Trinità. L’istituto raggiunse il massimo fulgore nella seconda metà del XVIII secolo; manteneva, infatti, i monasteri di Manfredonia, di Barletta e di Taranto, assicurando quotidianamente un pasto per i poveri. La chiesa fu gravemente danneggiata dal terremoto del 1627. La chiesa venne ricostruita, assieme al monastero, che presenta tre fasi diverse di costruzione, tra la fine del ‘600 e gli inizi del ‘700. Con la legge eversiva del 1806, il monastero venne soppresso e, nel 1813, il fabbricato fu ceduto al Comune. La chiesa venne affidata dai monaci alle cure dei privati. APPROFONDIMENTO “Nella loro dipartita i Padri, fra le altre cose, raccomandarono la chiesa in ispecie alla nobile famiglia De Luca, la quale aveva il proprio palazzo rimpetto alla medesima. Questa, unita a diversi altri nobili cittadini, pregarono il sindaco, D. Giovanni Pietro Petrulli, e i Decurioni a volernela concedere, obbligandosi di riaprirla al Divin Culto e provvederla, sia pel mantenimento, sia per la manutenzione”. Nel 1851, il Municipio cedette la chiesa della SS. Trinità alla Confraternita del Santissimo Rosario, che dalla chiesa di San Sebastiano si trasferì in quella della SS. Trinità.
Chiesa dei Padri Celestini
La facciata della chiesa, con la tripartizione verticale dei due ordini sovrapposti, è scandita da specchiature di varia forma (foto Tota) Il portale, con stipiti e lesene coronate da capitelli decorati da motivi fitomorfi sorreggenti un architrave con rosetta centrale scolpita. Al di sopra del portale è presente il clipeo ovoidale che racchiude il busto della Madonna con il Bambino (foto Bi Alla sinistra del portale si trova la statua di San Pietro Celestino in paramenti sacerdotali, con la croce latina sulla lunga asta e una imponente conchiglia nella rientranza superiore della nicchia. (foto Tota) La statua di San Benedetto da Norcia, sulla destra, recante in mano il libro della Regola (foto Tota) Nell'ordine superiore è presente, a sinistra, la nicchia con la statua di Santa Monica (foto Tota) La nicchia di destra con la statua di Santa Scolastica. Tutte le statue della facciata sono opere dello scultore di San Severo Vito Antonio Petruccelli, realizzate negli anni intorno al 1718 (foto Tota) Il campanile, realizzato in pietra garganica fra il 1719 e il 1720, si chiude con un terzo piano dalla particolare forma a ventaglio (foto Tota) La tela della Deposizione di Gesù dell’artista napoletano Giuseppe Castellano, del 1709 (foto *) L'artistico mausoleo dedicato all’abate Giuseppe Maria Turco, il monaco che promosse la ricostruzione della antica chiesa (foto *) Il grande quadro, opera del sanseverese Angelo Russi (1853) (foto *) La tela raffigurante Santa Maria Maddalena, opera di Girolamo Cenatempo del 1711 (foto *)