Capitolo NONO L’UFFICIO CHE NON C’ERA Parte quarta IL CD-ROM SAN SEVERO 2000
La musica del sito sanseveropuntoit, 5 luglio 2023
Chiesa di San Giovanni Battista
I rilievi gladiatori di San Severo
Tra i reperti di civiltà passate inseriti nel contesto urbano cittadino, il passante frettoloso non s’avvede dei due rilievi di carattere funerario di età imperiale collocati a San Severo, alla base della torre campanaria della chiesa di San Giovanni Battista, in piazza Nicola Tondi, già piazza Castello. Tali rilievi sono stati oggetto di varie discussioni da parte di studiosi conterranei del 1700 /1800 che collegarono i due blocchi scolpiti ai riti culturali di Calcante e Podalirio in quanto la chiesa sarebbe sorta su un tempio dedicato al dio degli indovini, Calcante ; opinioni ormai superate in quanto intimamente connesse all’ormai sfatata leggenda della fondazione di San Severo da parte di Diomede . Le due lastre, in pietra calcarea locale, di forma rettangolare, non molto compatta e soggetta a sfaldamento, raffigurano munera gladiatoria. Approfondimento Il significato originario della parola munus equivale a dono, ufficio, dovere e sottolinea la mancanza di limitazioni data alla magnanimità privata in tale campo. L’occasione dei ludi , originari della Campania, era inizialmente costituita dai funerali le cui spese gravavano su privati. Successivamente, dal 105 a.C., gli spettacoli divennero pubblici protraendosi fino al 404 d.C. ( Domiziano aveva abolito in precedenza i munera privati). La lastra di sinistra ha dimensioni maggiori (h. m. 0,71; larg. m. 1,02, spessore misurabile m. 0,40) ed ha sul lato sinistro un tassello sporgente in quanto probabilmente la scena doveva continuare su un'altra lastra. Il rilievo a destra misura in altezza m. 0,67, in lunghezza m. 0,95 ed ha spessore di m. 0,38. Approfondimento Entrambe integre, le lastre non presentano, nell'unica faccia in vista, alcuna decorazione di cornici o lesene che limiti il campo della scena figurata. Lo stato di conservazione non è eccellente: si notano molte scheggiature delle quali le più gravi riguardano le gambe e le teste dei nostri personaggi. Incrostazioni sono presenti ovunque. Nel primo blocco è raffigurato un combattente di profilo, al riparo dello scudo, pronto a riprendere la lotta con il guerriero che, volto dall’altro lato, dopo aver gettato lo scudo, alza l’indice della sinistra per chiedere la missio (cioè la liberazione) o il colpo mortale a seconda del desiderio del pubblico. Si tratta,. per confronti, di due gladiatori murmillones. La seconda coppia, vestita allo stesso modo, con corta daga ed elmo crestato, ha sospeso il combattimento per la sconfitta dell’individuo di destra che solleva il braccio per chiedere la missio, dopo aver lasciato lo scudo. Forse si tratta di samnites. Nell’altro blocco il primo combattente alza l’indice per invocare la missio, mentre l’avversario resta in attesa, per mancanza dell’elmo. Per la presenza del galerus (ala bronzea fissata alla spalla) nel primo guerriero si può riconoscere un retiarius che ha forse gettato il tridente a terra, nell’altro il secutor detto in tal caso contraretiarius. L’ultima coppia ci offre uno scontro ancora ín corso fra un hoplomachus (varietà, della classe dei samnites) ed un trace, guerriero famoso per la sua eleganza. L’identificazione delle varie coppie è stata possibile grazie a confronti con altri rilievi più o meno coevi che presentano gladiatori così affrontati con armature più o meno consimili e che prediligono la rappresentazione paratattica come i nostri (rilievo di Pompei, di Lusius Storax a Chieti, di Civitavecchia, di Venafro etc..). Ma, forse, il confronto più interessante, per il carattere funerario che li accomuna, si può avere con il rilievo gladiatorio proveniente da Canosa e conservato al Museo Civico di Foggia: esso rappresenta una delle ultime esperienze plastiche di qualche consistenza realizzate in pietra locale nel ricordo della tradizione repubblicana. Approfondimento Tale frammento di rilievo rappresenta quattro gladiatori di cui il primo a sinistra, che poggia il piede sulla cornice aggettante è, forse, un retiarius (oppure un arbitro che, col bastone, chiede al pubblico la missio) . Seguono il secutor , in posizione di attacco (con elmo liscio, scudo rettangolare, piccolo schiniere, o ocrea , sulla tibia sinistra e pugnale ricurvo, o sica, nella destra) ed un trace, con elmo a due penne ed alti schinieri, che si difende sollevando con la sinistra lo scudo ovale. Dell’ultima coppia è visibile solo il busto del primo personaggio con elmo piumato ed a torso nudo e si intravede uno scudo. I rilievi di San Severo oggi appaiono estremamente corrosi, non presentano alcun riferimento epigrafico e, per una certa schematicità nella resa dei dettagli, una certa noncuranza per la correttezza anatomica ed una povertà nella decorazione delle armi. Si può supporre per essi un committente locale, forse un piccolo magistrato, dotato di qualche disponibilità economica che doveva aver destinato le lastre alla decorazione del proprio sepolcro per ricordare un munus edito durante la sua magistratura. La collocazione cronologica tra la fine del primo secolo a.C. e la prima metà del successivo è un dato ormai acquisito e non è un caso che il contemporaneo rilievo di Canosa abbia la stessa datazione. L’importanza di tali rilievi provinciali risiede nel loro essere espressione di quell'arte popolare, o meglio plebea, dove l’intento non è più il naturalismo della rappresentazione accompagnato dall’armonia e dalla proporzione delle forme secondo l’antica tradizione ellenistica, ma la rappresentazione dell’azione in modo evidente e facilmente afferrabile dallo spettatore. Approfondimento Nonostante ciò, essi non ripetono solo in maniera rozza e primitiva i motivi dell’arte ufficiale romana espressa dai gruppi dominanti del tempo; sono opere dettate da una tradizione artistica provinciale ben diversa da quella aulica- ufficiale ma non per questo svilita e trascurata. La stessa appartenenza della classe committente al medio ceto militare o mercantile o alle magistrature locali e minori, constatata nella maggioranza dei rilievi funerari con munera , è un dato, invece, di grande importanza in quanto gli appartenenti a questi strati sociali parteciperanno alla formazione della produzione artistica nella tarda antichità e nel Medioevo europeo.
(foto Curtotti) (foto Curtotti) (foto Curtotti)
(foto Biccari) (foto Biccari)