Gioacchino MURAT
(1767-1815)
Unitosi
a
Napoleone
nella
difesa
della
Convenzione,
lo
seguì
nella
spedizione
in
Italia
e,
nominato
suo
aiutante
in
campo,
nel
1798
fu
in
Egitto.
Ottenne,
in
seguito,
il
comando
della
guardia
consolare
e,
nel
1804, il bastone di Maresciallo.
Nel
1808
venne
posto
sul
trono
di
Napoli
dove
avviò
una
serie
di
riforme,
dall’abolizione
della
feudalità,
alla
promulgazione
di
un
nuovo codice, al riordinamento amministrativo e giudiziario.
Nel
1812
seguì
Napoleone
in
Russia,
ma
nel
1814,
a
seguito
dei
rovesci
napoleonici,
concluse
un
accordo
con
l’Austria
e
l’Inghilterra
per
conservare
il
regno
di
Napoli.
Ma
alla
luce
del
tentativo
di
reinsediamento
dei
Borbone,
riallacciò
i
rapporti
con
il
prigioniero
dell’isola
d’Elba
e,
quando
Napoleone
sbarcò
in
Francia,
chiamò,
col
bando
di
Rimini
del
1815,
gli
Italiani
alla
lotta
per
l’indipendenza.
Sconfitto
il
3
maggio
1815
a
Tolentino,
riparò
in
Corsica
da
dove,
per
recuperare
il
regno,
sbarcò
con
un
piccolo
esercito
in
Calabria
ma,
catturato, fu condotto nel castello di Pizzo e fucilato.